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martedì 31 ottobre 2017

Recensione Narrativa: IL TREDICESIMO ZODIACO di Alessandro Pugi.




Autore: Alessandro Pugi.
Anno: 2014.
Genere: Giallo - Serial Killer.
Editore: Edizioni Il Foglio.
Pagine: 203.
Prezzo: 14,00 euro.

A cura di Matteo Mancini.
Quarto romanzo nel carniere dell'ispettore di Polizia Penitenziaria Alessandro Pugi, qua alle prese con un thriller che definirei atipico. Lo scrittore elbano, classe '72, confeziona un'opera ambiziosa che miscela generi diversi ruotando attorno a una struttura gialla orchestrata su due piani temporali. Il Tredicesimo Zodiaco, dato alle stampe dalle Edizioni Il Foglio nel 2014, prende le mosse come un thriller convenzionale con un'indagine a carico di un serial killer rituale il cui modus operandi suggerisce un movente a sfondo esoterico. Lo spunto iniziale diviene sempre più affascinante e coinvolgente al procedere della lettura. Pugi dimostra maturità e stile nel veicolare il narrato, tocca temi come il destino già scritto, la magia e l'occultismo come dati di fatto di una realtà che sfugge alla scienza in cui viene dato per assodata l'esistenza di un aldilà che consente alle anime dei defunti di entrare in relazione con i medium. In questo contesto muove i suoi passi un sanguinario e sadico killer che uccide e mutila le sue vittime (non si vede mai in azione, sappiamo solo dei suoi delitti dall'analisi dei cadaveri rinvenuti), incidendo sui corpi dei segni che si scopriranno poi essere la riproduzione delle costellazioni dello zodiaco (da qui il nome di Killer dello Zodiaco, niente a che vedere con lo Zodiac Killer di fine anni '60 di San Francisco). Ogni omicidio è caratterizzato da una mutilazione diversa connessa alla tipologia della costellazione raffigurata, a sua volta coincidente con un segno zodiacale. Pugi in realtà, lo scoprirete alla fine, è un po' disonesto col lettore. Fa capire che il killer sceglie le proprie vittime in funzione del loro segno zodiacale, sempre diverso, così da ricreare l'intera scala dei dodici segni necessaria a completare il rito legato a un fine di carattere esoterico. In realtà questa soluzione non è in linea con la natura delle vittime designate e la cosa non può non emergere al procedere delle indagini (il perché di questa mia osservazione lo capirete terminato il romanzo), ma nel romanzo questa elementare considerazione passa in secondo piano e non viene evidenziata dagli indagatori (che tutte e tredici le vittime fossero di segni zodiacali diversi sembra praticamente impossibile).
Grazie anche a questi artifici necessari per le esigenze letterarie, si respira per lunghi tratti aria di narrativa fantastica a sfondo esoterico, cosa che innalza le aspettative. Immaginatevi una Bologna, città in cui si svolgono i fatti, assimilabile alla città in cui è ambientato il film Seven di David Fincher, piovosa, densa di traffico. Ed immaginatevi un commissario di polizia che fa ricerche sui misteri astrologici, su antiche leggende e in particolare su quella che vorrebbe esistenti tredici segni dello zodiaco, in luogo dei dodici convenzionali, in cui si parla di illuminati e di poteri in grado di anticipare le vicende del futuro. Una situazione che ricorda abbastanza da vicino il caso del Mostro di Firenze, con la differenza che le vittime sono singole e tutti uomini. Fate poi passare trent'anni, con un secondo poliziotto che si mette a indagare sul caso chiuso, perché pungolato da un spirito che si manifesta sottoforma di possessioni mostrandogli visioni di una vita passata e perché la vicenda continua ad avere molti punti oscuri, tanto da dar l'idea di esser stata chiusa con l'arresto e la successiva morte di un capro ispiatorio (cosa vi ricorda?).
Pugi tira in ballo persino un libro riportato nell'Apocalisse biblica, in grado di offrire a chi compierà una serie di sacrifici umani il potere di leggere il futuro, il dono del c.d. terzo occhio ovvero il segno degli illuminati (il fantomatico tredicesimo segno dello zodiaco). La componente fantastica, ai limiti dell'horror, viene rafforzata dalla presenza di esperti di astrologia, medium e soprattutto di un'entità ectoplasmatica (evocata anche grazie a delle sorte di sedute spiritiche) che sembra perseguitare i due agenti che si troveranno, in epoche diverse, a condurre le indagini. Grande costruzione iniziale dunque a suggerire una via su cui sarebbe stato bene proseguire, ma Pugi, volendo ricercare l'originalità, cerca di evitare lo scontato e la prevedibilità di sviluppo ricorrendo a elementi fantascientifici (programmi virtuali in cui muoversi alla ricerca di notizie del passato) e a una serie di soluzioni funzionali a mettere in contatto il futuro col passato (e non viceversa), un po' sulla scia del film Frequency - Il Futuro è in Ascolto (2000) di Gregory Hoblit, con ripercussioni conclusive che ricordano molto alcuni racconti di Ray Bradbury. Questa scelta determina un effetto non proprio vantaggioso. Ne viene a risentire la componente fantastico-esoterica, tanto che il modus operandi del killer si traduce in una macchinosa montatura atta a celare la vera natura degli omicidi (movente classicissimo che nulla ha a che fare con l'esoterismo). Peraltro Pugi pecca di un pizzico ingenuità, dal momento che sussiste un fortissimo legame tra le vittime e se è vero che questo è difficilmente ricostruibile dagli agenti indagatori lo stesso non può dirsi per le vittime. Queste ultime si conoscono tra loro, vien da se intuire la conseguenza di ciò al susseguirsi degli omicidi con la polizia che verrebbe di certo imbeccata dai superstiti ricevendo così un forte aiuto per la risoluzione del caso.

Da un punto di vista stilistico, di gestione della storia e dei personaggi, Pugi si rivela uno scrittore molto interessante e da seguire. Peccato che non abbia, a mio avviso, sfruttato appieno la componente esoterica della storia (resta uno specchietto per le allodole atto a sviare le indagini), perché sarebbe potuto venir fuori un romanzo notevole. Editing perfetto.
Resta una lettura a lunghi tratti coinvolgente che non fa staccare facilmente il lettore dal libro. Finale un po' deludente e tendente al fracassone, almeno per i miei gusti.

L'autore ALESSANDRO PUGI.


"C'è chi dice che per essere felici bisognerebbe avere il corpo di un ragazzo e la mente di un vecchio."

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